Fausto De Marinis. Metafore di viaggi e miti

Valeria Orsi

Esperienza di vita vissuta e maturata attraverso una vicenda complessa, fatta di luoghi, di gente, di viaggi, di saldi valori, di desiderio di conoscere e di esprimersi, di comunicare ai contemporanei, ma soprattutto alla storia, a chi verrà dopo, quell'esperienza... Il colore sopra a tutto: è la parola, il tessuto costitutivo della sua arte. I viaggi, il conoscere popolazioni e genti diverse l'hanno arricchito e reso forse più consapevole delle umane sorti, ma la presenza costante del mito, della storia, di citazioni letterarie di autori contemporanei, personaggi significativi protagonisti di vicende umane emblematiche, come Ungaretti, Pavese, la dicono lunga sulla sua figura di artista. Il tema del viaggio, tanto caro a Pavese ("Verrà la morte e avrà i tuoi occhi", è il titolo di un'opera di De Marinis e dello scrittore piemontese, che del tema del viaggio ha fatto un vero e proprio mito) assume così un valore assai più ampio. In questo senso anche la sfera germinante, elemento costante di quasi tutte le opere, dove sembra ricomporsi tutto il fluire caotico della materia, unico punto saldo per la precisione geometrica in mezzo a fluttuazioni informi di colore, sembra una sorta di richiamo al grembo materno, il mito del ritorno alle origini come unica sicurezza, sola via di scampo nello scorrere inesorabile del tempo che muta la realtà irreversibilmente. "Ironia di naufragi" è invece il titolo di una serie di opere destinate ad una mostra sul tema dell'alluvione del 1882 provocata dall'Adige. Un omaggio alla città di Verona, ora sua patria. Apparentemente la ripresa del titolo della raccolta ungarettiana di liriche con il termine "Ironia" per "Allegria" sembra la volontà di svuotare di significato quel titolo. Ma non è così. Anzi forse proprio quel termine sottolinea la lucidità con cui l'artista prende a pretesto un'alluvione reale, una catastrofe naturale; e forse metaforicamente c'è anche, in quei cupi e travolgenti vortici di un astrattismo post espressionista, dal forte e violento cromatismo, il diluvio universale o altre alluvioni storico-mitologiche, per poi allargare ad altre alluvioni, ben più gravi, come lui stesso afferma, le alluvioni culturali, i disastri che tutta l'umanità inaspettatamente, e anche inconsapevolmente, subisce. Ma su queste alluvioni De Marinis fa nascere la "speranza di esorcizzarle", c'è in lui una forza vitale, una strenua energia, un desiderio - volontà di vivere, di fare e di raggiungere lo scopo, nonostante tutto... che è un programma di vita e uno stimolo agli altri.